Flessibilità e precariato hanno rivoluzionato il concetto di “opportunità di lavoro”, ridimensionando il progetto di un “posto fisso” a vantaggio di una serie di forme contrattuali alternative e scandite da limitati periodi di tempo.
Diviene così fondamentale il ruolo dei consulenti del lavoro, per guidare le nuove generazioni di professionisti nei cunicoli spesso accidentati della disciplina fiscale.
Quante volte ad esempio avete sentito colleghi e amici parlare di “ritenuta d’acconto” e “lavoro occasionale” senza avere piena coscienza dell’argomento trattato?
Ecco a cosa serve richiedere una consulenza del lavoro, o in alcuni casi, come questo, per un’analisi a 360 gradi, anche una consulenza fiscale.
Un commercialista esperto o un consulente del lavoro preparato vi dirà subito che la ritenuta d’acconto rappresenta un sistema agevolato di pagamento per i datori di lavoro che commissionano a determinati soggetti un impegno non continuativo nel tempo e che non superi il limite massimo di 5.000 euro in un anno come compenso.
In pratica tramite ritenuta d’acconto il committente trattiene il 20% della prestazione per versarlo all’erario in sostituzione del professionista, al quale viene detratto appunto una parte del corrispettivo spettante (però recuperabile, in parte o totalmente, in fase di dichiarazione dei redditi).
L’importo lordo indicato sulla ricevuta equivale alla spesa complessiva del datore di lavoro, quello netto invece è il guadagno effettivo del lavoratore.
Per conoscere tutti i dettagli utili su queste procedure contatta uno dei nostri consulenti del lavoro direttamente online, collegandoti al sito fiscalistafacile.it