È pratica comune tra la gente additare i commercialisti come sedicenti professionisti attenti alla salvaguardia dei propri interessi e del proprio portafoglio piuttosto che alla tutela del privato cliente.
Ma come spesso accade nel mercato del lavoro poche “mele marce” sono in grado di rovinare la reputazione di un’intera categoria.
Come in tutti i settori, infatti, è possibile imbattersi sia nel dottore commercialista qualificato sia nel ragioniere commercialista disonesto o quanto meno disattento.
Da questo punto di vista, l’avvento di Internet ci ha permesso di approcciarci a questa materia in maniera meno inconsapevole così da evitare raggiri o sovrafatturazione per consulenze fiscali.
Detto questo, preme ora sottolineare l’importanza e l’imprescindibilità di una figura, quale appunto quella del commercialista per i liberi professionisti quanto per le imprese, a maggior ragione in una società come quella italiana dominata tuttora da un apparato burocratico kafkiano per la sua articolazione e complessità.
In sintesi, dunque, non esiste commercialista buono e commercialista cattivo, come in un vecchio metodo di interrogatorio adottato dai detective americani, ma spetta all’intelligenza dell’utente riconoscere la qualità di un servizio offerto per distinguere così fra commercialista preparato, efficiente, serio, e commercialista di nome ma non di fatto.